| |
- "Chi effettua i controlli sui progetti della ricostruzione
del terremoto spesso è la stesso professionista titolare
di convenzioni con i Comuni e autore dei progetti, perciò,
controlla se stesso. E la Regione sta a guardare".
Camerino, domenica 26 settembre, due anni dal sisma: si
fa punto della ricostruzione in un pubblico convegno preceduto
da due giorni di interviste e dibattiti sui maggiori media regionali.
Ma quando Leoni, responsabile dell'Ufficio Sisma del Comune
di Tolentino, può fare il suo intervento sono ormai le
19 e Franco Barberi, sottosegretario alla Protezione Civile,
ha già lasciato la sala della Muta.
Dopo una visita di tre giorni nelle zone del sisma di Umbria
e Marche, Barberi lascia assessori ed amministratori locali a
fare il conguaglio di due anni di lavoro; a Roma lo aspetta un
altro terremoto, quello ben più impegnativo, dell'inchiesta
sulle ruberie al villaggio delle Regioni (quindi anche delle
Marche) a Valona: gli aiuti della missione 'Arcobaleno' finiti
nei negozi albanesi.
-
- Anche là un problema di controlli mancati.
Il presidente della Giunta Regionale Vito D'Ambrosio,
magistrato, la testa sostenuta dal braccio destro appoggiato
al tavolo dei relatori, ascolta attentamente. Con lui Di Odoardo,
assessore regionale alla Protezione Civile e Silenzi,
Lavori Pubblici e difesa del suolo; oltre che Turismo. "Meglio
non si poteva fare" è la tesi istituzionale. E il
modello marchigiano per la ricostuzione è anche meglio
di quello, già buono, del Friuli.
In platea funzionari e rappresentanti degli Ordini professionali,
delle imprese edili impegnate nella ricostruzione e sindaci.
Questo dei controlli, però, è il primo di
tanti problemi condivisi, e il più scottante di questa
ricostruzione 'pesante' non ancora cominciata.
Intanto il rischio di spopolamento, avverte Mario Giannella,
sindaco di Camerino, è ormai realtà: negozi e aziende
enti pubblici e ateneo sono in crisi: per traslochi e riparazioni
servono fondi e nuove sedi e nuove aree. Tutto scritto nella
mozione-decalogo firmata da Venanzo Ronchetti, sindaco
di Serravalle, e lo stesso Giannella.
Gli altri nodi si chiamano impreparazione in materia sismica,
carenza di imprese e di professionisti, pochi dei quali (l'accusa
era di Barberi già un anno fa), tra l'altro, fanno incetta
di progetti e poi, alla scadenza dei termini, presentano in Regione
solo un 'foglietto'. E, guarda caso, i 'foglietti', precisa Silenzi,
riguardano sempre le case dei privati, i più anziani e
disagiati, quelli che stanno nei containers.
- "Si facciano i nomi" sarà la risposta del
sottosegretario.
Nelle case di latta restano ancora 666 famiglie delle 1014 iniziali
(348 hanno trovato alloggio in vario modo). Di loro 176 hanno
cominciato i lavori di sistemazione 'leggera'.
A chi sta peggio, nelle frazioni di montagna, ora la Giunta si
è decisa a concedere costruzioni in legno: anche funzionari
attenti e solleciti, ma residenti troppo vicino al mare, si sono
accorti che invece "lassù a Colfiorito non nevica,
fa tormenta". Non siamo mica in Tirolo, avevano detto solo
un anno fa, quando era stata ventilata l'ipotesi di saltare la
fase container ed arrivare subito a case di legno. Oggi lo ricorda
il consigliere di minoranza Pistarelli (AN). Barberi era ancora
lì ad ascoltarli, ma due inverni sono passati e le spese,
anche se non per tutti, si sono fatte due volte. La consegna,
è previsto, sarà completata entro dicembre.
Ma, se la minoranza ha il suo compito, sollecitare e migliorare,
e "tutto si può fare meglio", come rispondono
Barberi e Silenzi, i tempi tecnici non si possono accorciare:
"sarebbe colpevole visto che il terremoto da queste parti,-
aveva aggiunto il sottosegretario, - "non voglio fare la
Cassandra, ma si farà risentire, eccome. Per questo ricostruire,
qui, è anche messa a norma".
Purtroppo, ammetteva Ber, presidente della federazione degli
Ordini degli Ingenieri, all'Università l'esame di sicurezza
antisismica è obbligatorio solo da pochi anni quindi come
per architetti e geometri la preparazione in materia è
scarsa e i corsi di aggiornamento sono insufficienti.
Insomma, di professionisti competenti in giro ce ne sono pochi
e quei pochi fanno troppo e, soprattutto, si controllano da soli.
Ma, accanto al 'self control' di cui diceva Leoni, a chiudere
il cerchio c'è infine , conclude Ber, che l'Ordine aveva
fatto pervenire alla Regione un elenco di professionisti disponibili,
ma non sono stati utlilizzati. Perché?
|