26 settembre '99, bilancio due anni dopo il TERREMOTO
Versione 'on Line' Reg. Trib. Mc n° 383 - Iscr. al RNS n° 5873
Direttore Responsabile: Elisabetta Mascellani
Barberi (Protezione Civile), Silenzi (Regione Marche), Leoni (Comune di Tolentino (Mc)):
Ecco i difetti di questa ricostruzione
Progetti accaparrati, controlli pochi
e scarsa competenza in materia sismica
Il sottosegretario invita a denunciare i professionisti disonesti
Mozione dei sindaci di Serravalle e Camerino (Mc) "per evitare il rischio spopolamento"
 
"Chi effettua i controlli sui progetti della ricostruzione del terremoto spesso è la stesso professionista titolare di convenzioni con i Comuni e autore dei progetti, perciò, controlla se stesso. E la Regione sta a guardare".
Camerino, domenica 26 settembre, due anni dal sisma: si fa punto della ricostruzione in un pubblico convegno preceduto da due giorni di interviste e dibattiti sui maggiori media regionali. Ma quando Leoni, responsabile dell'Ufficio Sisma del Comune di Tolentino, può fare il suo intervento sono ormai le 19 e Franco Barberi, sottosegretario alla Protezione Civile, ha già lasciato la sala della Muta.
Dopo una visita di tre giorni nelle zone del sisma di Umbria e Marche, Barberi lascia assessori ed amministratori locali a fare il conguaglio di due anni di lavoro; a Roma lo aspetta un altro terremoto, quello ben più impegnativo, dell'inchiesta sulle ruberie al villaggio delle Regioni (quindi anche delle Marche) a Valona: gli aiuti della missione 'Arcobaleno' finiti nei negozi albanesi.
Anche là un problema di controlli mancati.

Il presidente della Giunta Regionale Vito D'Ambrosio, magistrato, la testa sostenuta dal braccio destro appoggiato al tavolo dei relatori, ascolta attentamente. Con lui Di Odoardo, assessore regionale alla Protezione Civile e Silenzi, Lavori Pubblici e difesa del suolo; oltre che Turismo. "Meglio non si poteva fare" è la tesi istituzionale. E il modello marchigiano per la ricostuzione è anche meglio di quello, già buono, del Friuli.
In platea funzionari e rappresentanti degli Ordini professionali, delle imprese edili impegnate nella ricostruzione e sindaci.
Questo dei controlli, però, è il primo di tanti problemi condivisi, e il più scottante di questa ricostruzione 'pesante' non ancora cominciata.
Intanto il rischio di spopolamento, avverte Mario Giannella, sindaco di Camerino, è ormai realtà: negozi e aziende enti pubblici e ateneo sono in crisi: per traslochi e riparazioni servono fondi e nuove sedi e nuove aree. Tutto scritto nella mozione-decalogo firmata da Venanzo Ronchetti, sindaco di Serravalle, e lo stesso Giannella.
Gli altri nodi si chiamano impreparazione in materia sismica, carenza di imprese e di professionisti, pochi dei quali (l'accusa era di Barberi già un anno fa), tra l'altro, fanno incetta di progetti e poi, alla scadenza dei termini, presentano in Regione solo un 'foglietto'. E, guarda caso, i 'foglietti', precisa Silenzi, riguardano sempre le case dei privati, i più anziani e disagiati, quelli che stanno nei containers.
"Si facciano i nomi" sarà la risposta del sottosegretario.
Nelle case di latta restano ancora 666 famiglie delle 1014 iniziali (348 hanno trovato alloggio in vario modo). Di loro 176 hanno cominciato i lavori di sistemazione 'leggera'.
A chi sta peggio, nelle frazioni di montagna, ora la Giunta si è decisa a concedere costruzioni in legno: anche funzionari attenti e solleciti, ma residenti troppo vicino al mare, si sono accorti che invece "lassù a Colfiorito non nevica, fa tormenta". Non siamo mica in Tirolo, avevano detto solo un anno fa, quando era stata ventilata l'ipotesi di saltare la fase container ed arrivare subito a case di legno. Oggi lo ricorda il consigliere di minoranza Pistarelli (AN). Barberi era ancora lì ad ascoltarli, ma due inverni sono passati e le spese, anche se non per tutti, si sono fatte due volte. La consegna, è previsto, sarà completata entro dicembre.
Ma, se la minoranza ha il suo compito, sollecitare e migliorare, e "tutto si può fare meglio", come rispondono Barberi e Silenzi, i tempi tecnici non si possono accorciare: "sarebbe colpevole visto che il terremoto da queste parti,- aveva aggiunto il sottosegretario, - "non voglio fare la Cassandra, ma si farà risentire, eccome. Per questo ricostruire, qui, è anche messa a norma".
Purtroppo, ammetteva Ber, presidente della federazione degli Ordini degli Ingenieri, all'Università l'esame di sicurezza antisismica è obbligatorio solo da pochi anni quindi come per architetti e geometri la preparazione in materia è scarsa e i corsi di aggiornamento sono insufficienti.
Insomma, di professionisti competenti in giro ce ne sono pochi e quei pochi fanno troppo e, soprattutto, si controllano da soli. Ma, accanto al 'self control' di cui diceva Leoni, a chiudere il cerchio c'è infine , conclude Ber, che l'Ordine aveva fatto pervenire alla Regione un elenco di professionisti disponibili, ma non sono stati utlilizzati. Perché?

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